Infiammazioni e infezioni, alcuni esami ci aiutano a guarire
Alcuni esami possono aiutarci a guarire da infiammazioni e infezioni, perché sono utili per scegliere la giusta terapia. Scopri quali sono.
Infiammazioni, infezioni, traumi, tumori sono tutte situazioni lesive che richiedono una pronta reazione da parte del nostro organismo. Si chiama “risposta della fase acuta” e riguarda tutti i meccanismi difesa che il nostro organismo mette in moto per difendersi, non appena si accorge di essere vittima di un attacco.
Cosa provoca infiammazioni e infezioni?
Uno stato infiammatorio può essere provocato da un’infezione oppure essere di origine non infettiva. L’infezione è solitamente di tipo virale o batterico. Un tipico esempio di difesa è la febbre il cui rialzo è una protezione contro gli agenti patogeni infettivi. Le alte temperature creano un ambiente ostile per la riproduzione di questi microrganismi e, inoltre, fungono da segnale verso l’esterno. Tuttavia è impossibile distinguere tra infezione batterica e virale solo sulla base dei sintomi dato che queste, spesso, danno manifestazioni molto simili.
Stabilire la causa delle infiammazione e delle infezioni è fondamentale per scegliere la giusta terapia.
In caso di infezione molti credono che l’antibiotico sia la panacea, capace di sconfiggere ogni invasore. L’antibiotico, in realtà, è attivo solo contro i batteri, per cui è utile assumerlo, sempre e comunque dietro prescrizione medica, solo in caso di infezione batterica. Una corretta terapia antibiotica, somministrata quanto prima, può rivelarsi fondamentale soprattutto in caso di infezioni batteriche che possono avere esisti anche gravi come la meningite, le infezioni polmonari e urinarie. In caso di infezione virale, come il raffreddore o l’influenza, invece, i comuni antibiotici non aiuteranno a guarire prima perché non hanno alcun potere anti-virale.
Infiammazioni e infezioni, gli esami del sangue che aiutano a vederci chiaro.
La Proteina C reattiva (PCR) e la procalcitonina (PCT) sono due proteine prodotte dal fegato, i cui valori nel sangue aumentano durante la fase acuta.
In caso di infiammazione non infettiva o infezione virale il valore della PCT aumenta di poco, in genere non supera 1 ng/ml. Nel caso di infezione sostenuta da batteri, invece, il valore aumenta di molto e in poche ore. Questa differenza può aiutare a decidere se somministrare o meno l’antibiotico.
La PCR è un indicatore meno specifico. Un suo rialzo si ha in ogni caso di infiammazione, tuttavia la velocità con cui i valori aumentano sono indicativi e aiutano a decidere sul da farsi.
Ci sono poi gli esami colturali, che permettono di identificare con certezza l’agente patogeno responsabile dell’infezione.
Si analizza il liquido biologico (sangue, urina…) e poi è possibile, tramite l’esecuzione dell’antibiogramma, individuare quale antibiotico è più efficace. Il limite di queste indagini è, tuttavia, di origine temporale, infatti i microrganismi hanno tempi di riproduzione nei terreni di coltura che variano da ore a giorni. Esiste anche un’altra metodica, più rapida, chiamata PCR-real time che permette di amplificare e identificare il genoma (DNA o RNA) dei microrganismi patogeni in brevissimo tempo. Ciò permette di impostare una cura adeguata in tempi brevissimi.
Fonti:
Redazione VediamociChiara
©️ riproduzione riservata
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Alcuni esami possono aiutarci a guarire da infiammazioni e infezioni, perché sono utili per scegliere la giusta terapia. Tra gli esami del sangue utili, ci sono Proteina C reattiva (PCR) e la procalcitonina (PCT). Ci sono poi gli esami colturali, come antibiogramma e PCR-real time.
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Ultimo aggiornamento: 18 giugno 2020
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