Tutto l’amore della Plaza de Mayo

Tutto l’amore della Plaza de Mayo

Last Updated: 26 Novembre 2022By

Tutto l’amore della Plaza de MayoImmagino sia soltanto paura di morire. Niente di più.

Ho detto mille volte che non ne avrei mai avuto perché tanto tempo fa mi era stato tolto anche il diritto di averne.

Credo però – solo adesso me ne rendo conto – di aver sempre ingannato tutti e soprattutto me stessa.

Non ne ho mai avuto timore finché sono stata una guerriera, finché la morte riuscivo a guardarla negli occhi e a sfidarla. Fino a quando ho potuto legarmi il fazzoletto bianco in testa e sono riuscita a marciare in piazza di fronte agli occhi del mondo, più di duemila volte urlando silenziosamente giustizia.

Puntavo il dito contro la morte e l’accusavo di codardia, di complicità con la stupidità degli uomini.

Lei credeva che strappandomi via dalle braccia i miei figli sarebbe riuscita anche a farmi smettere di amarli, o dimenticarli lentamente fino a spegnermi come una candela. E invece no.

È che ogni madre dovrebbe essere sepolta dai propri figli, non il contrario, ed io non so nemmeno dove siano i corpi dei miei, forse in mare. Chissà. Riuscite a capire l’innaturalità della cosa, la distorsione che è sempre stata la mia vita?

L’amore per i miei figli non ha smesso di crescere, ma non abbracciandoli, vedendoli raggiungere i loro traguardi, vivendo le loro gioie e i loro dolori, no.

Ho imparato ad amare la loro assenza caricando sulle mie spalle quell’esistenza che qualcuno, del tutto arbitrariamente, ha deciso di togliere loro.

Abbiamo vissuto insieme un’altra vita, non quella che avevo programmato e desiderato da ragazza, semplice, fatta di cose normali, un lavoro, una famiglia.

Abbiamo vissuto una vita di lotta, di rivendicazione dei nostri diritti, di solidarietà.

Hanno provato ad ignorarci, a chiamarci di pazze, me nelle facce di tutte quelle madri, di quelle donne che sono scese in piazza, il mondo non ha mai smesso di vedere il riflesso dei volti di quei ragazzi e di quelle ragazze alle quali ingiustamente è stato tolto il diritto di vivere.

Il mio più grande amore, e quello di tutte noi, è il fervido ricordo di quella gioventù spazzata via, che senza ombra di dubbio avrebbe fatto di questo Paese un luogo più giusto e responsabile.

Adesso, questo peso che sento nel petto, credo sia proprio paura di morire. O meglio, paura di non poter più amare i miei figli scomparsi. Ora che morirò, chi lo farà più?

So che non li rincontrerò da qualche parte, in qualche sorta di paradiso. Non ci riabbracceremo per riprendere quella vita normale che avevo sognato da ragazza.

Quando morirò trovatemi un posto in piazza, solo nella marcia di tutte quelle madri ritroverò ogni volta l’amore per i miei figli.

Milena Martin per Redazione VediamociChiara
© riproduzione riservata

 

Foto da Pixabay

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