ipertrofia prostatica benigna

La gestione delle patologie urologiche nell’uomo

Last Updated: 5 Maggio 2020By

prostatite cronicaCosa è l’ipertrofia prostatica benigna e di cosa si tratta esattamente?

In questo articolo ci occuperemo della gestione delle patologie in ambito urologico negli uomini oltre i 45 anni di età.

Un organo da controllare molto attentamente dopo i 40 anni è senz’altro la prostata, una ghiandola delle dimensioni di una castagna, situata sotto la vescica, al davanti del retto ed attraversata dall’uretra; le sua funzione è quella di produrre circa il 50% del liquido seminale, in particolare la parte che serve da “ nutrimento “ agli spermatozoi.

La gestione di tali patologie riguarda particolarmente l’ipertrofia prostatica benigna e il carcinoma prostatico.

L’ ipertrofia prostatica benigna ( IPB) è caratterizzata dall’aumento di volume della prostata che si verifica in tutti gli uomini a cominciare dai 25-30 anni anche se la velocità di accrescimento non è la stessa in tutti i soggetti.

L’incremento volumetrico riguarda soprattutto la porzione centrale della ghiandola, la zona dove passa l’uretra, che ovviamente viene schiacciata; ciò comporta un rallentamento del flusso urinario e conseguentemente l’incompleto svuotamento della vescica. La sintomatologia è caratterizzata da minzione frequente sia di giorno che di notte, getto urinario debole, urgenza minzionale, talvolta blocco totale della minzione ( ritenzione urinaria acuta) che richiede l’apposizione di un catetere per svuotare la vescica.

Non parliamo di prevenzione primaria nel caso dell’ ipertrofia prostatica benigna (IPB), perché, come detto precedentemente, si tratta di un processo a cui vanno incontro tutti gli uomini; è possibile comunque monitorare l’accrescimento prostatico tramite l’ esplorazione rettale con l’ecografia prostatica transrettale e l’uroflussimetria per lo studio del flusso urinario,da eseguire almeno una volta all’anno in modo tale da poter instaurare una terapia precoce per rallentare l’accrescimento prostatico.

Occorre precisare che l’IPB (ipertrofia prostatica benigna), come del resto dice il nome, non si trasforma mai in cancro, anche se è possibile la coesistenza tra le due patologie, che insorgono comunque in zone nettamente differenti della ghiandola.

Per quanto concerne le abitudini alimentari, bisogna evitare insaccati, cibi piccanti e speziati, alcol in quantità eccessiva; l’attività sportiva è senz’altro consigliata, a parte ciclismo o equitazione dove è possibile una sollecitazione eccessiva della zona perineale.

Il carcinoma prostatico è, dopo il tumore polmonare, il tumore maligno più diffuso nei maschi.

La sua frequenza aumenta con l’età, essendo molto raro sotto i 40 anni, raggiungendo il picco intorno ai 70 anni. Si sviluppa nella porzione periferica della ghiandola e per questo motivo non dà sintomi urinari se non molto tardivamente. Se preso in tempo è anche uno dei tumori con prognosi migliore, arrivando a punte di sopravvivenza del 70% a 5 anni.

I fattori di rischio conosciuti sono rappresentati dalla familiarità e dall’incremento dell’età; dal punto di vista alimentare sembra che l’eccessivo consumo di carne rossa possa favorire l’insorgenza di questa patologia, oltre all’obesità; è un tumore ormono dipendente, in quanto la prostata è sotto l’influenza del principale ormone maschile, il testosterone.

Negli ultimi 20 anni lo screening del tumore prostatico si esegue principalmente tramite il dosaggio nel sangue, almeno una volta all’anno dopo i 50 anni, di un enzima prodotto dalle cellule prostatiche, il PSA, che permette di eseguire una diagnosi precoce della malattia, anche se è sempre necessaria la contemporanea valutazione dello specialista, in quanto un incremento del valore del PSA può anche essere associato ad una Prostatite o all’ipertrofia prostatica benigna.

Oltra al dosaggio plasmatico del PSA la prevenzione passa anche attraverso la visita urologica e l’ecografia prostatica trans rettale da eseguire ogni 12 mesi.

 

Dott. Massimo Danti per Redazione VediamociChiara
© riproduzione riservata

Bibliografia
 – Trends in prostate cancer epidemiology in the year 2000. A.Trincheri. R. Moretti. Arch. Ital. di Urologia e Andrologia. Vol 77; n3, June 2005;
 – Il cancro della prostata. Etiologia-Epidemiologia- Clinica Di Silverio, M. Buscarini Piccin Editore 1995;
 – Anatomia umana G.Lambertini Piccin Editore 1978

 

Tempo di lettura: 1’

Ultimo aggiornamento: 14 agosto 2019

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