Trasferimento con un Minore

Trasferimento con un Minore

Last Updated: 23 Dicembre 2021By

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Le cose da sapere sul trasferimento con un minore. Ne parliamo con l’Avv Missiaggia

Che succede quando in una coppia divorziata o separata uno dei due genitori ha la necessità di trasferire il minore in un’altra città? E se questa città fosse all’estero? In questa intervista lo abbiamo chiesto all’avvocato matrimonialista Maria Luisa Missiaggia.

Barbarulo. Buongiorno da Maria Luisa Barbarulo, nello spazio Social di VediamociChiara, oggi è nuovamente con noi l’avvocato Maria Luisa Missiaggia. Buongiorno Maria Luisa. 

Missiaggia. Buongiorno Maria Luisa! 

Barbarulo. E buongiorno a tutti coloro che ci seguono. Allora Maria Luisa, grazie innanzitutto di essere qui con noi.

Missiaggia. Grazie a voi!

Barbarulo. Oggi l’argomento che mi piacerebbe trattare con te è quello del trasferimento dei minori. E quindi la prima cosa che ti voglio chiedere è: cosa accade quando uno dei due genitori ha la necessità di trasferire il minore in un’altra città, e ti voglio chiedere per prima cosa cosa accade quando c’è accordo, e poi ti chiederò anche cosa accade quando invece l‘accordo non c’è, e va trovato.

Missiaggia. La cosa importante è sempre fare accordi, se è possibile. Spesso le persone non lo sanno, ma una separazione consensuale o un divorzio congiunto, facilitano tantissime problematiche, tipo quella del trasferimento. Può accadere anche se si è fatto un accordo dove il trasferimento non era ancora menzionato, che un genitore per motivi di lavoro o anche per ricongiungersi al nuovo compagno o ad una nuova famiglia, debba trasferire la residenza del bambino o dell’adolescente in un’altra città.

Noi abbiamo avuto sia i casi di separazione consensuale e divorzi congiunti dove lo scriviamo all’interno delle condizioni e quindi poi i problemi non ci sono. Perché poi c’è anche il consenso al passaporto e quindi i rinnovi e quindi è tutto a posto.

Ma nei casi di separazioni giudiziali o di divorzi giudiziali si apre un tema complicatissimo, perché il genitore che resta potrebbe essere penalizzato nel piano di frequentazione, laddove la città in cui ci si trasferisce è per esempio lontana.

Quindi quello che va fatto è tutelare il piano di frequentazione del genitore non collocatario, e cercare di spiegare al magistrato, perché ovviamente sarà poi il magistrato che dovrà decidere, quando non c’è l’accordo, che questo trasferimento è proprio nell’interesse del minore.

Il caso più interessante che abbiamo avuto è quello di una donna, incinta di una seconda relazione, dopo una separazione consensuale, che doveva riavvicinarsi al suo prossimo marito, da cui stava per avere un figlio e aveva già un bambino da una precedente relazione, cioè da quella da cui si era separata. L’ex marito non era assolutamente d’accordo a trasferire questo bambino. Noi ci siamo riusciti con un ricorso davanti al tribunale ordinario, perché siamo riusciti a convincere il magistrato che l’interesse del bambino era quello di condividere anche la vita di relazione con la sorellina che stava per nascere e con questa nuova famiglia bisognava creare un nuovo nucleo familiare che non vedesse il bambino separato dalla mamma, dal nuovo compagno, senza per questo penalizzare il padre, che restava nella città di Roma. Come abbiamo fatto? Abbiamo modificato il piano di frequentazione. Abbiamo allargato i tempi di frequentazione durante i fine settimana, accorpando i weekend dal venerdì fino al lunedì successivo, in modo da non penalizzare la scuola, ed abbiamo aumentato le vacanze natalizie, pasquali ed estive. In modo tale che il bambino avesse anche la possibilità di frequentare il papà con più tranquillità. Però certamente in questi casi dove non c’è l’accordo tra le parti, intanto bisogna attendere i tempi della magistratura che spesso non sono inferiori ai 7, 9 mesi, e poi c’è sempre lo stress, l’area di rischio dei decreti, delle sentenze, il magistrato che se ne deve occupare, che non sempre è favorevole a tutto questo. Insomma c’è sempre un po’ di ansia… da parte nostra come avvocati e soprattutto da parte di chi ricorre. 

Barbarulo. Cambia qualcosa se il trasferimento è all’estero?

Missiaggia. Sì. È più complicato. Li l’argomento dirimente è sicuramente il lavoro, che il genitore che deve trasferirsi costituisce il presupposto che convince il magistrato al trasferimento. Perché il genitore che deve cambiare lavoro o deve acquisire un lavoro in un altro Stato, non può essere trattenuto nel Paese di provenienza per la libera circolazione a cui noi abbiamo diritto secondo le normative internazionali. Ma allo stesso tempo se il bambino viene completamente privato della frequentazione dell’altro genitore, diventa complicato trovare la quadra per evitare che ci sia proprio uno scollamento della genitorialità. Tutto questo può essere superato laddove c’è un affidamento esclusivo, che c’è solo in determinati casi, come la non responsabilità genitoriale congiunta, quindi la sospensione della responsabilità genitoriale, nei casi di violenza, nei casi di abuso e tutti i casi in cui il genitore non collocatario non provvede al mantenimento, ecco se uno dei due non paga, l’altro chiede l’affido esclusivo, può anche trasferirsi in un altro posto senza chiedere il consenso, perché il problema è il consenso.

Barbarulo. E comunque non c’è il rischio che il genitore che si trasferisce all’Estero possa essere sottoposto ad una legislazione diversa perché è in un altro Paese?

Missiaggia. Sì. Prima di trasferirsi deve chiedere le autorizzazioni perché possono anche essere soggetti alle famose “Sottrazioni internazionali”. Qui stiamo parlando di quei casi in cui già c’è stata una separazione, già c’è stato un divorzio, c’è un affidamento condiviso, c’è una residenza, c’è un collocamento prevalente del minore con il genitore collocatario, che si deve trasferire, e quindi la competenza è del Tribunale dove ha la residenza il minore; se il genitore si trasferisce prima delle autorizzazioni, può essere soggetto alla “Sottrazione internazionale dei minori” come ne caso di Eitan che abbiamo visto, poi il bambino che aveva il centro di affetti in Italia, è dovuto rientrare, ci sono stati poi i capi di imputazione a coloro che avevano operato alla sottrazione. Quindi prima di trasferirsi è sempre necessario andare da un avvocato, competente, specializzato, chiedere una consulenza e poi trovare la soluzione attraverso quella che noi definiamo una iniziale trattativa, mediazione con l’altra parte per evitare il giudizio.

Barbarulo. Ecco anche qui mi viene da dire, come noi diciamo spesso quando parliamo di salute, che il dottor Google non è laureato in Medicina, ecco ricordiamo che il dottor Google non è neanche laureato in Legge. Giusto?

Missiaggia. Giusto!

Barbarulo. Ecco quando abbiamo un problema legale, non dobbiamo andare su Google, ci possiamo anche andare, non è vietato, per carità, però se dobbiamo prendere una decisione è meglio se ci consultiamo con un avvocato, che ha una laurea, specializzata nel Paese dove opera, perché magari è anche questo, magari da un Paese all’altro possono esserci dei cambiamenti…

Missiaggia. Questa del Dottor Google mi piace molto. Perché noi siamo invasi da persone che vengono dopo aver consultato Internet, essersi fatti la loro auto-consulenza, che magari non tiene conto della visione d’insieme, che non tiene conto non solo della normativa, ma anche dell’esperienza, della discesa in campo. Quello che dico sempre: quello che trovate scritto nel virtuale non è la realtà, e soltanto un professionista che opera da anni in quel settore può essere veramente l’elemento che vi trova la soluzione e vi evita tanti e tanti guai e tante difficoltà, perché si può perdere anche l’affidamento nel caso in cui si compiano delle azioni snaturate. Come quella di prendersi e portarsi un bambino all’Estero, senza aver fatto o chiesto autorizzazioni.

Quindi non bisogna avere paura di affidarsi, affidarsi ad una persona competente.

Barbarulo. Condivido pienamente, questo è un tema sul quale noi insistiamo parecchio. Oggi come oggi purtroppo la possibilità di avere delle informazioni online, ci fa certe volte perdere di vista che una cosa è informarsi e una cosa è decidere. Per decidere abbiamo bisogno di avere una consulenza di una persona competente. Di qualunque argomento stiamo parlando.

Missiaggia. Tanto più quando si parla di bambini e anche di adolescenti. Non abbiamo parlato di adolescenti che possono anche decidere autonomamente, con l’ascolto davanti al giudice, di trasferirsi con il genitore che decide di trasferirsi. Anche questo è un caso che ci è capitato, dove il giudice ha trasferito i figli, minorenni ma non piccoli, che avevano 16, 17 anni, perché avevano deciso di seguire la mamma che si voleva trasferire in Spagna. In questi casi è importante anche il parere dell’adolescente, perché se il ragazzo non si vuole trasferire perché ha gli amici, la scuola, la rete degli affetti qui, per esempio, potrebbe restare con il genitore, padre o madre…

Barbarulo. Benissimo! Allora Maria Luisa ti ringrazio e ci vediamo la prossima. Ciao a tutti, tanti auguri!

Missiaggia. Arrivederci! Ciao! 

Redazione VediamociChiara
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Che succede quando in una coppia divorziata o separata uno dei due genitori ha la necessità di trasferire il minore in un’altra città? E se questa città fosse all’Estero? In questa intervista lo abbiamo chiesto all’avvocato Maria Luisa Missiaggia.

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Ultimo aggiornamento: 23 dicembre 2022

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